sabato 9 marzo 2013

Donne rivoluzionarie nella storia dell'arte: Gentileschi - de Lempicka - Kahlo.

Ovunque nella storia dell’arte possiamo incontrare bellissime e celebri donne. Alcune di loro erano principesse, regine, esponenti della nobiltà. Ma la maggior parte di esse erano soltanto modelle, scelte dall’artista per la loro bellezza e il loro carisma. Possiamo facilmente riconoscere i loro visi e le loro fattezze, e molti artisti divennero famosi per le loro grandi produzioni di ritratti femminili. Forse erano le loro amanti, o forse semplici popolane.


Maya desnuda - Francisco Goya - 1800

Ma le artiste donne? Cosa sappiamo delle donne davanti alla tela? 
Come sappiamo, le donne hanno vissuto nell’ombra fino al XX secolo, quando finalmente fu loro riconosciuta la possibilità di lavorare e di avere una propria autonomia. Ma fino ad allora le attività intellettuali erano in gran parte precluse al sesso femminile, che dovette combattere strenuamente, anche per dimostrare di poter sviluppare capacità artistiche proprio come gli uomini. Ma anche se dietro le quinte, ovunque ci sono state donne talentuose nel corso della storia. Tra queste, il primo esempio di donna talentuosa che cerca di rompere le rigide barriere della società del suo tempo, è Artemisia Gentileschi. 

Artemisia Gentileschi - Autoritratto come martire (1615)



Artemisia (8 Luglio 1593 – 1656) fu una pittrice italiana vissuta a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, figlia del famoso artista Orazio. Divenne molto famosa tra Napoli e Roma grazie al suo stile molto originale, e fu la prima donna ad essere accettata presso l’Accademia di arte del disegno di Firenze. Era una esponente del barocco e mescolava al suo personale tocco, molti elementi della scuola caravaggesca. Potrebbe essere considerata la prima vera femminista della storia dell’arte, anche a causa delle tematiche delle sue opere. Nei suoi quadri parlava di donne, in un’epoca in cui le artiste non erano assolutamente accettate dalla società. Le sue donne erano forti e sofferenti personaggi tratti dalla Bibbia e dalla mitologia, e probabilmente erano allegorie della pittrice stessa, donne disperate, intrappolate in un ruolo difficile, sempre alla ricerca di speranza e felicità. 

Giuditta e Oloferne - 1620

Ma il prezzo che questa coraggiosa pittrice dovette pagare fu molto alto. Mosse una causa per stupro contro un giovane collaboratore di suo padre, che abusò di lei quando era ancora una ragazza, compromettendo così la sua onorabilità. Questo la costrinse a rifugiarsi in un matrimonio riparatore e a viaggiare per tutta l’Italia per il resto della sua vita. Un’arte di denuncia quindi, quella di Artemisia Gentileschi, piena di ribellione e di volontà di rivalsa. 

Molto diverso è l’atteggiamento artistico di un’altra grande donna della storia dell’arte, Tamara de Lempicka (16 Maggio 1898 – 18 Marzo 1980). 

Tamara de Lempicka

Nata in Polonia da una famiglia piuttosto abbiente, prese il suo cognome dal primo marito Tadeusz Lempicki e ha speso la sua vita viaggiando dapprima per tutta l’Europa (Francia, Russia, Italia, Germania, Svizzera) e poi negli Stati Uniti, dove si spostò con il suo secondo marito. Tamara era una donna estremamente affascinante, corteggiata da grandi personalità dell’epoca tra cui Gabriele D’Annunzio, e si fece portavoce di stile e di femminilità. Nei suoi dipinti troviamo molti autoritratti, donne avvenenti ed anche qualche ritratto maschile. I suoi colori sono accesi, accostanti l’uno all’altro con grandi contrasti cromatici che rendono i suoi lavori molto moderni e attuali. La produzione di Tamara de Lempicka fa parte dell’Art Decò, un gusto artistico particolare che si sviluppa in Europa negli anni ‘20 e ’30 e abbraccia molti campi della quotidianità, dalla moda alle arti visive, passando per l’arredamento e la decorazione. Tamara si appropria di molte tematiche care all’Art Decò, come il progresso tecnologico, le forme femminili dinamiche, i costumi scenografici, e l’uso dei colori accesi e irreali, creando però un suo stile molto personale. 
Autoritratto su Bugatti verde - 1932

 Divenne così una icona dei suoi tempi. Negli anni 60, dopo essersi trasferita definitivamente a New York, il suo stile si avvicinò all’astrattismo e a nuove sperimentazioni pittoriche, ma a causa dello scarso successo che essere ottennero dal grande pubblico, Tamara preferì ritirarsi e non mostrò più alcuno dei suoi lavori. 

Un’altra donna rivoluzionaria, e in questo caso non solo per la sua guerra per conquistare i suoi diritti nella società, è Frida Kahlo (July 6, 1907 – July 13, 1954 ). 

Frida Kahlo

Nata in una abbiente famiglia in Messico, dovette tutta la vita lottare contro i suoi problemi di salute, che la portarono a una morte decisamente precoce. Frida soffriva di spina bifida dalla nascita, ma poi, a 15 anni, subì un terribile incidente stradale le cui conseguenze la condizionarono per sempre. Fu molto attiva in politica, era una socialista convinta, e sposò quello che era stato il più grande pittore di murales di quel tempo in Messico, Diego Rivera. Le sue condizioni di salute la portarono a trascorrere gran parte della sua vita su un letto, e lì, la giovane Frida cominciò a dipingere autoritratti, con l’aiuto di uno specchio. Nei suoi autoritratti Frida dipinge sé stessa in relazione alle sue terribili sofferenze, emotive e fisiche. Disegna sé stessa squarciata durante l’incidente, disegna sé stessa lacerata da ferite, e i suoi dipinti risultano tanto crudi quanto poetici, in quanto metafore esplicite della sua triste condizione. Lontana dagli schemi sociali, amava scandalizzare. Amava travestirsi da uomo, ma anche abbigliarsi nella più colorata tradizione messicana, con vestiti sgargianti, acconciature intrecciate e gioielli. Tutti questi fattori e non ultime le sofferenze dovute ai tradimenti ripetuti di suo marito sono esplicitamente descritti nelle sue opere. 

La colonna spezzata - 1944

Insomma, queste tre donne a loro modo sono state icone di modernità e di avanguardia. Donne fragili che però hanno saputo manifestare il proprio disappunto per la società con i mezzi espressivi a loro disposizione. In un mondo comandato dagli uomini, quello della storia dell’arte, ci sono state donne dallo spirito curioso che hanno provato a raccontare sé stesse con mezzi artistici, rendendosi così protagoniste e simboli di una femminilità pronta ad esplodere. Anche grazie a loro e al loro lavoro, oggi noi siamo libere di esprimerci, e tante donne arricchiscono oggi il panorama artistico degli ultimi anni. 

Anche a loro, a noi, e a tutte voi, tanti auguri per la Festa della Donna. 


2 commenti:

  1. interessante e scritto molto bene. :)
    a quando un ritratto su Leni Riefenstahl?
    ciao

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    1. Grazie mille :)
      Uhm, ottimo spunto... vediamo di accontentarti :)

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