La varietà di organismi viventi, di specie biologiche, di habitat e di ecosistemi rappresenta la biodiversità. Semplicemente, essa è la “varietà della vita”, le infinite sfumature tramite cui la vita si manifesta intorno a noi.
In un determinato ambiente, totalmente naturale o antropizzato, la biodiversità si ritrova nella presenza di differenti componenti ecologiche e genetiche, ma anche sociali, economiche, scientifiche e culturali. I tipi di fiori, farfalle o vegetali sono esempi di diversità di specie, i caratteri visibili nell’uomo come il colore degli occhi o della pelle sono esempi di variabilità genetiche, altresì la diversità di cultura, di linguaggio rappresentano ancora ulteriori tipi di biodiversità culturale.
Insomma è chiaro che non solo le specie naturali o animali, bensì - in primis - la specie umana fa parte ed interagisce con gli ecosistemi che regolano la vita sulla Terra. Nel suo complesso, biodiversità è dunque sinonimo di ricchezza da preservare, poiché la perdita di tipi, sottospecie o varietà comporta danni gravissimi per gli habitat sulla Terra, ossia i luoghi che ospitano popolazione ed altre specie. Cosa succede però quando fattori esterni alterano la ricchezza biologica in un determinato ambiente?
Campagna pubblicitaria Benetton |
Boscaioli, California |
In origine il Pianeta Terra era regno naturale incontaminato, ma – come detto prima – sappiamo bene che l’uomo è esso stesso parte della biodiversità, ed il fatto che i suoi insediamenti comportino delle alterazioni nell’ambiente naturale è inevitabile. Nel 1992 a Rio de Janeiro si tenne la prima Convenzione sulla Biodiversità, che – tra i tanti punti di discussione - riconobbe l’importanza della salvaguardia degli habitat, ovvero il mantenimento e la ricostruzione delle specie vitali nei loro ambienti naturali. Questa linea di condotta, affinché possa funzionare appieno, è da intendere come uno strumento prezioso nelle mani dell’uomo il quale ha sì un enorme potere di influenzare negativamente l’ambiente, ma anche una grande possibilità di minimizzarne e compensarne gli effetti.
L’evoluzione e l’adattamento
della biodiversità nei corso dei millenni ci insegnano che l’integrazione è senza dubbio possibile
ed è da perseguire specialmente ove gli insediamenti umani lasciano talvolta
ben poco spazio alla naturalità: le
città. Gli elementi di integrazione fra naturalità ed ambiente
urbano, in questi luoghi fortemente antropizzati, possono essere molteplici,
da qui il gioco di parole “BiodiverCity” ossia biodiversità in città, per sostenere e
valorizzare la convivenza tra uomo e
natura, sottoforma di una - talvolta - inaspettata vita animale e vegetale
che resiste a cemento, muri e strade.
Brick habitat |
Un curioso quanto semplice
stratagemma architettonico per arricchire la biodiversità nei nostri centri
abitati è quello dei “mattoni verdi”, veri e propri rifugi per uccellini e
piccole piante, una tipologia che può dunque essere al contempo utilizzata per
la costruzione e per l’integrazione del verde in città. La designer cinese Chooi-leng Tan, e come
lei molti altri progettisti, ha sperimentato alcuni prototipi modulari - adatti
ad essere impiegati anche nelle ristrutturazioni - che possono ospitare verde
verticale, abbeveratoi e nidi per piccoli volatili. La stessa idea di
ritagliare piccoli habitat per la “fauna urbana” sta alla base del Brick Biotype presentato dall’italiana Micaela
Nardella e dalla rumena Oana Tudose al Fuorisalone 2012. Questo speciale mattone, che evoca una forte
componente manuale, è realizzato mescolando sabbia, terriccio ed intonaco e si ispira ai nidi creati fra le crepe
delle costruzioni in muratura, offrendo lungo la parte esteriore collocazione
per rifugi, acqua, terriccio e fili d’erba. Ecco il video della realizzazione.
Brick Biotype |
Trattandosi di esempi di mattone faccia a vista, il loro impiego può talvolta scontrarsi con differenti tipi di finitura scelti per le pareti, tuttavia l’idea è interessante ed offre spunto per attuare anche semplicemente nei nostri balconi o giardini strategie simili.
Un'altra forma di integrazione tra
componente urbana e naturale - che attualmente sta riscuotendo un crescente
consenso - sono gli orti urbani,
appezzamenti di terra per coltivazioni ortofrutticole – entro il perimetro
urbano - ad uso e cure dei cittadini. La cura dell’orto e del giardino aiuta le
radici della conoscenza della natura,
coi i suoi cicli di vita, ed in particolare delle specie autoctone dei luoghi
che abitiamo. Introdurre tale componente nelle città tramite gli orti urbani - veri
e propri paesaggi dell’agricoltura fai da te - non solo sta avendo un
importante ruolo ecologico, ma è anche motivo di aggregazione sociale, a
riprova che la biodiversità si realizza anche in questo. Inoltre, Il sistema
agricolo urbano potrebbe rispondere, in parte, alle esigenze di
approvvigionamento alimentare a chilometro zero, instaurando così un circolo
virtuoso e permettendo ai cittadini di riappropriarsi del loro territorio in
forma di attori.
Progetto "Giardino degli orti Urbani", Roma |
Una delle tante iniziative la troviamo a Roma - Parco Alessandrino - con il progetto “Giardino degli Orti Urbani” che ha raccolto partecipanti per la coltivazione di 33 appezzamenti di 40 mq: tre anni di assegnazione a ciascun “ortista” a 10 euro al mese per coprire le spese di acqua ed energia elettrica. Costi irrisori che non hanno spaventano nessuno!
Non dimentichiamoci chi più di tutti può trarre insegnamento e capire
l’importanze del rispetto che l’uomo deve all’ambiente: i bambini. Presso il museo di Scienze Naturali di Bruxelles, viene proposta una vera e propria “avventura urbana” alla scoperta della vita degli animali e piante che abitano le nostre città. Tramite giochi, filmati ed esperimenti, l’obiettivo è quello di spiegare con esempi pratici cosa significhi la biodiversità in città.
Esibizione BiodiverCITY, Bruxelles |
Articolata in differenti aree, l’esposizione incomincia riproducendo l’ambiente della strada, habitat per animali e piante; di seguito si esplora il sottosuolo, terreno anch’esso ricco di vita; i partecipanti hanno poi il compito di progettare un giardino con la maggiore biodiversità possibile tenendo conto delle specie che possono o meno vivere in città; al termine del percorso i bambini sono infine chiamati a prendere parte in prima persona, immaginando di essere un politico o un pianificatore, e decidere in che modo rendere la città più verde e sostenibile.
“Wild Wednesday”, Mercoledì selvaggio, è invece un’iniziativa estiva promossa da Friends of Highline - il parco urbano lineare realizzato a New York City su una ferrovia sopraelevata in disuso, nel cuore di downtown Chelsey - durante la quale una volta alla settimana i bambini possono esplorare il ricco mondo di specie naturali presente nel parco, guardando all'interno di una foglia, giocando con le farfalle ed altri piccoli animali. Per farsi avanti, dai 4 anni in su!
Highline, NYC |
Wild Wednesday, programma dedicato ai bambini |
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