sabato 8 giugno 2013

Musée d'Orsay, Parigi

Musée d'Orsay, 5 Quai Anatole France, Parigi

All’esterno un’imponente e sfarzosa stazione ferroviaria di fine ‘800, all’interno un museo d’arte moderna dedicato all’arte del “secolo d’oro”. Le meravigliose opere di Monet, Manet, Renoir, Gauguin, Degas, Toulouse-Lautrec, Cezanne, Van Gogh sono solo alcuni tra i capolavori che si possono ammirare al Musée d’Orsay, museo della capitale francese riservato appunto alle “creazioni artistiche del mondo occidentale dal 1848 al 1914” nelle arti figurative, scultura e design. Cornice degna della grandezza di tali opere è l’architettura contemporanea frutto della magistrale opera di restauro che trasformò la Gare d’Orsay, antica stazione parigina, nell’attuale museo.


Antica Gare d'Orsay - Attuale museo

L’originaria stazione dei treni progettata da Victor Laloux nel 1898 - in tempo per l’Esposizione Universale del 1900 tenutasi a Parigi – vide cessare il suo utilizzo negli anni ’50 e 1961 ne fu addirittura votata la demolizione. Tuttavia, grazie agli sforzi e all’opposizione dei cittadini, il consiglio interministeriale approvò l’iniziativa dell’allora Presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaig e nel 1978 l’edificio venne tutelato come monumento storico, dando il via ad una pubblica fondazione per finanziarne i lavori di ristrutturazione terminati il 1 dicembre 1986 con l’inaugurazione del nuovo museo, sotto la presidenza di Francois Mitterand. La grande opera di restauro della struttura esterna venne affidata al gruppo ATC – Architecture, nel più grande rispetto dell’assetto originario e dei materiali preesistenti, mentre nel 1980 venne bandito un concorso internazionale per la ristrutturazione degli spazi interni e la progettazione dei percorsi espositivi, vinto dal celebre architetto italiano Gae Aulenti.

“La visita di un museo è un acceleratore di coscienza, il problema è di imporre, quasi di produrre, un’inquietudine intellettuale e non un appagamento, perché la visione dell’opera d’arte è sempre inquietante ed è generatrice di domande. Io credo che non esista una ‘tipologia di museo’, ma esiste ‘l’architettura del museo’. Credo che l’interno del museo sia un insieme stabile con una stabile strutturazione e con una definita configurazione spaziale.” Dalle stesse parole di Gae Aulenti è possibile evincere i due criteri che furono per lei le linee guida nell’approcciare il complesso progetto per il Musée d’Orsay, al quale negli anni seguirono altri importanti incarichi di architettura museale ed allestimento.


Prima di tutto l’importanza “dell’architettura del museo” ossia della sua “configurazione spaziale” che in questo caso specifico è l’edifico di partenza, cioè la stazione ferroviaria di Laloux, senza però rinunciare a conferire all’intervento un carattere preciso. Il rispetto dell’identità del luogo è concretamente percepibile ogni qual volta che i visitatori, nell’ammirare i capolavori lungo i percorsi espositivi, non arrivano mai a perdere di vista di essere all’interno di una stazione ferroviaria, percependone essenza e spazi.

Galleria centrale al piano terra
Galleria centrale al piano terra




















Il grande orologio, che ancora domina l’enorme parete vetrata all’ingresso, regola simbolicamente i viaggiatori nel mondo dell’arte i quali, nei tre piani di esposizione affacciati sull’ampia galleria centrale ove un tempo scorrevano i binari e le banchine della ferrovia, hanno a disposizione molteplici itinerari di visita e punti di vista per ammirare il museo. Le partizioni divisorie, sfondo per le opere d’arte, non occludono mai completamente aperture e varchi dell’antica stazione ed è dunque sempre possibile scorgere, al di là delle stesse, l’architettura originaria in ferro riccamente decorata in perfetto stile belle epoque.

Orologio dell'antica stazione, all'ingresso
Partizioni divisorie
Partizioni divisorie
Vista della galleria centrale, dove originariamente scorrevano i binari, dai piani superiori


Il secondo principio è relativo alla “inquietudine intellettuale” che la visita di un museo innesca, dunque il rapporto reale tra architettura e museografia che il visitatore sperimenta. Una scrupolosissima attenzione venne dedicata dal team di Gae Aulenti all’elenco delle opere da esporre, più di 4000, in modo da modulare per ciascuna di esse il percorso espositivo ottimale sulla base del singolo rapporto tra spettatore e visione dell’opera. “Le opere da esporre definiscono la struttura del museo e non esiste una tipologia astratta di museo, ma esiste la sua architettura”. Frutto di tale studio è un’articolata successione addizionale di sale, gallerie e spazi diversificati, per un allestimento totale di più di 22.000 mq.


Il principale elemento di unitarietà di tutto l’intervento, che favorisce l’integrazione fra l’identità dell’edificio originario e l’architettura contemporanea degli interni e che potenzia altresì il rapporto visivo con le opere d’arte, è stato il sistema di illuminazione elaborato assieme al light designer Piero Castiglioni. La Gare d’Orsay godeva di un’illuminazione naturale zenitale data dalle coperture in vetro e ciò era sicuramente una caratteristica identitaria da preservare. Inoltre, per conferire ancora di più all’intervento un senso di luminosità diffusa, i progettisti decisero di non illuminare direttamente le opere d’arte, bensì le pareti sulle quali esse vengono esposte. Al contempo alcune sale - dedicate ad un singolo autore o ad una corrente - restano in penombra o con una luce molto suggestiva senza che però risulti mai fastidiosa o difficile la visione delle opere, che poi giunge sempre a concludersi nella limpidezza ariosa dei successivi itinerari di visita.





Opere d'arte e illuminazione



Infine, la scelta della pietra calcarea chiara di Buxy (Borgogna) per il rivestimento dei pavimenti e delle pareti dà risalto alle sale restituendo uno spazio luminoso che seppur nella sua indiscussa contemporaneità risulta elegante e raffinato proprio come il fascino della Belle Epoque che contestualizza il periodo storico delle opere d’arte esposte e della stazione ferroviaria.


A seguire, parte della straordinaria collezione presente al Musée d'Orsay.

E.Degas - La Classe de danse, 1873-1876
A.Renoir - Bal du moulin de la Galette, 1876
C.Monet - Coquelicos, 1873
P.Gauguin - Femmes de Tahiti, 1891
E.Manet - Le Déjeuner sur l'herbe, 1865
A.Cabanel - La naissance de Vénus, 1863
F.Millet - Les glaneuses, 1857
F.Millet - L'Angélus, 1859
A.Gaudì elementi d'arredo
Elementi d'arredo in stile art nouveau
P.Cézanne - Cinq bagneurs, 1900
E.Manet - Olympia, 1863
G.Seurat - Cirque, 1891
V.Van Gogh - Autoportrait, 1890

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